Ortobiologia medicina rigenerativa: cos’è e come funziona



Sfruttando la capacità delle cellule di rigenerarsi è possibile contrastare numerous patologie ortopediche. Il professor Momoli descrive le metodiche più avanzate

Roberto De Filippis

Una delle branche più interessanti della medicina rigenerativa è l’ortobiologia. Con questo termine si indicano alcune metodiche che sfruttano le capacità rigenerative delle cellule del corpo umano con l’obiettivo di stimolare la ricrescita di alcuni tessuti e di attenuare l’infiammazione. In ambito ortopedico, grazie alle tecniche di ortobiologia si è entrati in una nuova period.

Ortobiologia: cos’è e quali sono i trattamenti più utilizzati

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La prima generazione di treatment ortobiologiche è rappresentata dalle infiltrazioni di acido ialuronico. In ortopedia vi si ricorre soprattutto per prevenire e trattare l’artrosi. Infatti story sostanza, aumentando l’elasticità e la viscosità della cartilagine, rallenta il processo degenerativo che caratterizza questa patologia. Un trattamento ortobiologico più avanzato rispetto alle infiltrazioni di acido ialuronico è il Prp, mentre l’ultima frontiera in quest’ambito è rappresentata dall’uso delle cellule mesenchimali. Il Prp (sigla che sta per “plasma ricco di piastrine”) prevede il prelievo, dallo stesso paziente, di 20-30 cc di sangue, che sono poi messi in una centrifuga, così da far andare sul fondo i globuli rossi e i globuli bianchi, ottenendo un concentrato di piastrine, che sono ricche di fattori di crescita. L’iniezione di Prp nell’articolazione non soltanto attenua il dolore, ma ha anche effetti positivi sulla struttura della cartilagine. “Molti studi scientifici mettono in evidenza l’efficacia del trattamento con il Prp, a patto però che siano rispettate alcune condizioni, a partire dalla quantità di piastrine che vengono iniettate” sottolinea il professor Alberto Momoli, direttore dell’Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale San Bortolo di Vicenza e presidente della Siot (Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia). Questo trattamento è indicato in caso di artrosi in stadi non avanzati (non oltre il secondo) e di tendiniti.

La cura con le cellule mesenchimali

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Ancora più avanzato è il trattamento ortobiologico che prevede l’utilizzo di cellule mesenchimali, che sono sempre prelevate dallo stesso paziente. Per ottenerle è necessaria una liposuzione, che spesso è effettuata all’altezza dell’addome. Il tessuto adiposo prelevato è poi sottoposto a una specifica lavorazione, che aumenta la capacità rigenerativa delle cellule mesenchimali in esso contenute. Una volta che vengono iniettate nell’articolazione, queste cellule stimolano la cartilagine e riprodursi. Si tratta di una procedura un po’ più complessa rispetto a quella prevista dalla cura con il Prp, ma che si svolge anch’essa in regime ambulatoriale. “In entrambi i casi è importante rivolgersi a centri certificati e con elevati normal qualitativi” consiglia il professor Momoli. Quando usato su persone con artrosi il trattamento a base di cellule mesenchimali, utile anche in caso di tendiniti, è molto efficace sul ginocchio e un po’ meno sull’anca. Bisogna comunque tener presente che story cura è in grado solo di rallentare il processo artrosico, ma non di farlo regredire.

Ortobiologia: perché vi si ricorre solo in casi selezionati

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Negli sportivi, sia professionisti sia amatoriali, che soffrono di tendiniti è molto comune il ricorso al trattamento a base di Prp. Oltre che semplice, infatti, garantisce buoni risultati nella riduzione sia del dolore sia dell’infiammazione. Per un miglioramento evidente della situazione possono però essere necessarie più infiltrazioni, sia quando si usa il Prp sia quando si usano le cellule mesenchimali. “La scelta dell’una o dell’altra metodica dovrebbe basarsi sulle caratteristiche del singolo paziente e sul problema da cui è afflitto” precisa il professor Momoli. In caso di artrosi, entrambi i trattamenti sono indicati quando la malattia è di primo o secondo grado; quando invece è di terzo grado si può valutare solo l’opzione della tecnica che prevede l’uso delle cellule mesenchimali, mentre se è di quarto grado non ci sono different all’intervento chirurgico. Al momento sono in corso studi scientifici per valutare l’efficacia del trattamento con le cellule mesenchimali sulle lesioni muscolari e sulla rigenerazione cutanea e del callo osseo a seguito di fratture.





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