Sicuramente il grosso pubblico, quello più “maturo” composto dai cosiddetti “boomer”, ha memoria di Virgilio Savona – nome completo Antonio Virgilio – quale componente del Quartetto Cetra, quattro vocalist autori di canzoncine sul genere “swing leggero”, molto lontani dalle nostre corde. Erano i tempi delle apparizioni televisive, ospiti in molti spettacoli e musical, tutto rigorosamente in bianco e nero (il colore arriverà anni dopo). Chi non ricorda la divertente versione di “Nella vecchia fattoria”?. Voi vi chiederete: cosa c’entra costui con la Stratosfera? Risposta: c’entra eccome, se consideriamo la svolta intrapresa da Virgilio Savona tra il finire degli anni ’60 e gli anni’70, Una svolta imprevista, se vogliamo, dato che il Maestro Antonio Virgilio Savona, compositore, arrangiatore, pianista e cantante, si è indirizzato verso la canzone d’autore impegnata, con testi duri e spesso estremi, e una poetica militante dal linguaggio diretto e privo di freni inibitori. Non a caso la sua discografia anni ’70 venne pubblicata dall’etichetta, a noi ben nota, I Dischi dello Zodiaco, che dal 1969 al 1986 raccolse una ampia produzione di dischi di matrice folks e politica. Guarda caso i due fondatori della casa discografica (una sotto etichetta della Vedette) furono Armando Sciascia e lo stesso Virgilio Savona.
E’ ora giunto il momento di passare all’ascolto dei due album che ho selezionato, ovvero i primi due in ordine cronologico: “Pianeta pericoloso” del 1969 e “E’ lunga la strada” del 1972.
Antonio Virgilio Savona – con Corrado Pani e Odis Lévy
Pianeta pericoloso (1969)
TRACKLIST:
Lato A
01. Little Inexperienced Man
02. Sabbia
03. Non crederci
04. Il pendolo
05. Morte sul selciato
06. Zolle di terra
Lato B
07. Sotiris Petrulas
08. Il vetro
09. Il Proconsole Dione e il Fante Massimiliano
10. Annotazioni per una finzione scenica
11. Sciabola al fianco, pistola alla mano
12. Due metri per due, carcere duro
“Pianeta pericoloso” viene pubblicato nel 1969 e contiene 12 brani composti da Virgilio Savona nel corso di 5 anni, ispirati di volta in volta advert avvenimenti politici e sociali strettamente collegati a problemi internazionali quali l’incubo atomico. Per le parti recitate si avvale della collaborazione di Corrado Pani, noto attore e doppiatore, padre di Massimiliano, avuto dalla chiacchierata relazione con la cantante Mina (all’epoca fu uno scandalo, in quanto Corrado Pani period già sposato) mentre per quelle cantate viene chiamato uno sconosciuto studente universitario, Odis Levy, militante nel Movimento Studentesco. Il lavoro di Savona è un idea che narra la storia di un alieno (l’omino verde, “Little Inexperienced Man”) che arriva sulla Terra alla ricerca di un contatto ma, di fronte a ciò che trova e vede, preferisce andarsene velocemente. Tra le composizioni spicca “Sotiris Petrulas”, dedicata all’antifascista ucciso nel 1965 dalla polizia greca. Se vogliamo è anche un album antesignano dell’impegno ecologista, che emerge in molti brani, prevalentemente suonati con pianoforte e voce, con arrangiamenti scarni e con un approccio molto teatrale. Un disco intenso, coraggioso, un unicum per quel periodo.
Corrado Pani (1936-2005 RIP)
Antonio Virgilio Savona – E’ lunga la strada (1972)
TRACKLIST:
Lato A
01. E’ lunga la strada
02. Voltiamo il foglio
03. Nella testa di Nicola
04. Qualcosa in cui credere ancora
05. Ogni anno a superb d’agosto
06. La merda
Lato B
07. Il prete visionario
08. La ballata di through Tibaldi
09. Il testamento del parroco Meslier
10. Sono cosa delicate
11. La Garaventa
Sono trascorsi tre anni e la lotta politica si è fatta più dura e più intensa. Lo scontro di classe è una realtà palpabile sulla pelle di lavoratori e di studenti. Come si legge sul sito di “Tony Face”, il secondo album solista di Virgilio Savona, “E’ lunga la strada” è un vero e proprio capolavoro ed è anche un album dimenticato che meriterebbe un posto di primo piano nella storia della musica italiana. L’approccio musicale è molto vicino a quello di Fabrizio De André, caratterizzato da ballate malinconiche suonate col pianoforte, chitarra, fisarmonica e flauto. Molto ben curati gli arrangiamenti. I testi sono di stampo marxista, anti americano e anti clericale (ci vuole coraggio per intitolare un brano “La merda”) molto duri, spesso al di sopra di altri testi scritti dagli esponenti della canzone politica negli anni ’70. Per chi è rimasto al Quartetto Cetra questi dischi , ne sono certo, saranno una vera rivelazione.
Buon ascolto, amici miei.
Put up by George
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