L’assassino sarebbe ancora in fuga. Le vittime indossavano la maglietta della Svezia, avversaria del Belgio nella partita di questa sera nella capitale del Paese
Un attentato a colpi di kalashnikov in pieno centro a Bruxelles nella serata di lunedì 16 ottobre. Secondo quanto riportano i media locali, sono morte due persone di nazionalità svedese che indossavano la maglia della Svezia. In città si stava disputando Belgio-Svezia per le qualificazioni a Euro 2024 ma la partita è stata definitivamente sospesa per motivi di sicurezza: sono stati i giocatori stessi a rifiutarsi di tornare in campo dopo aver saputo dell’attentato una volta rientrati negli spogliatoi a fine primo tempo (la gara era sull’1-1).
attentato a bruxelles
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L’attentato è avvenuto verso le 19:15 nel centro di Bruxelles nei pressi di Plein Sainctelette, tra Boulevard d’Ypress e Boulevard du Ninieme de Ligne secondo quello che ha riportato Le Soir, a circa 5 km dal King Baudouin Stadium dove poco dopo sarebbe iniziato l’incontro di calcio. L’autore della sparatoria, stando a sudinfo.be, avrebbe gridato Allah Akbar prima di iniziare a sparare in tutte le direzioni con l’arma automatica scendendo dallo scooter. Aveva indosso un gilet arancione fluorescente e un casco bianco, come si vede da alcune immagini amatoriali. Dopo aver sparato a un’auto e a due persone in un taxi, l’uomo è fuggito a bordo dello scooter e sembra si stia dirigendo proprio in direzione dello stadio. Sky News UK riporta le parole di un testimone che ha detto di aver iniziato a gridare in stato di shock per quanto stava succedendo.
il video di rivendicazione
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Secondo quello che riporta sudinfo, il sospettato avrebbe pubblicato su internet un video in cui rivendica la sua appartenenza allo Stato islamico vantandosi di aver ucciso due non credenti. Nel suo video dice di aver sparato per vendicare i musulmani. Questa mattina la stessa persona avrebbe scritto un messaggio parlando del caso del bimbo palestinese-americano ucciso a Chicago colpito da 26 coltellate: “se fosse stato cristiano parlereste di attentato”, ha scritto l’uomo. Il piccolo di soli sei anni è stato brutalmente ammazzato dal settantunenne proprietario dell’appartamento in cui viveva con la madre. L’agguato sarebbe avvenuto proprio perché palestinesi, in un quartiere ricco di negozi e cittadini originari della Palestina.
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