VERSO LA STRATOSFERA: Serie “Cantautori ai margini” n. 20 – Gianni Siviero: le prime opere (1972-1975 )


Lo so che non è un submit propriamente estivo, di quelli un po’ “leggerini”, per intenderci, sta di fatto che il personaggio è di mio pieno gradimento e questi file li conservo da tempo nel cassetto: credo quindi che sia giunta l’ora di condividerli. Tracciare la biografia di Gianni Siviero non è cosa semplice, anche perché la sua traiettoria artistica comprende ben 50 anni di intensa attività. Certo, non si tratta di un cantautore di grido né di largo consumo, niente a che vedere con i Vecchioni o i De Gregori, tant’é che lo abbiamo rifilato per la seconda volta (e sarà anche l’ultima) nella serie “Cantautori ai margini”. Prova ne è che quando crollarono i miti e gli ideali degli anni ’70 per i quali un anarco-comunista, come lui stesso si definì, combatté a lungo, si ritirò dalla scena musicale, salvo qualche fugace apparizione al Membership Tenco. Duro e puro foni in fondo. Ma chi è Gianni Siviero? Musicista, compositore e scrittore, personaggio eclettico  e dalle numerose sfaccettature, realizza le sue prime produzioni all’alba degli anni ’70. Sono gli anni duri, quelli della contestazione e delle lotte di piazza e Gianni, apertamente schierato, inizia fin da subito a scrivere testi di grande impegno e spessore, by way of by way of sempre più intensi, fino a giungere all’apice con l’album del 1975, l’iconico  “Del carcere”. Gianni Siviero ha un sito ufficiale (qui) dal quale ho attinto gran parte della sua biografia. Sul sito troverete inoltre una precisa e puntuale discografia, inclusi i testi dei singoli brani nonché la possibilità di ascoltarli in streaming, inediti inclusi. Di questi ultimi parleremo più avanti.

Nato a Torino nel 1938 (oggi ha quindi sulle spalle ben 85 primavere) , ancora bambino si trasferisce con la famiglia a Milano dove dalla seconda metà degli anni ’60 inizia a esibirsi in alcuni locali proponendo sue canzoni. Firma un contratto con la casa editrice musicale Musica e Dischi di Mario De Luigi, la quale gli propone in seguito un contratto discografico con la Produttori Associati, che lo fa debuttare con il disco “Gianni Siviero” nel 1972, con gli arrangiamenti del Maestro Nicola Piovani. L’album riceve il Premio della Critica Discografica. L’anno successivo pubblica il 45 giri “Che faccio qui/Due grandi occhi scuri”, sempre per l’etichetta Produttori Associati; il disco in realtà contiene un errore, sul lato B viene registrato il brano “Due rose”, tratto dall’album precedente. 

Nel 1974 scrive le canzoni per l’album “Son sempre io la donna” di Dania, con arrangiamenti del Maestro Virgilio Savona, pubblicato dalla Vedette. Anche questo album riceve il Premio della Critica Discografica. Nel 1973 compone la musica di due brani, su testi di Mario De Luigi, incisi dalla cantante Jemima Zeller e contenuti nell’album “Un nome un senso”, anche qui con arrangiamenti del Maestro Virgilio Savona, per l’etichetta Cetra. Dopo l’incisione del 45 giri il suo lavoro viene reputato dalla Produttori Associati di scarso interesse commerciale.

Gianni Siviero con Giorgio Lo Cascio

Cambia quindi casa discografica, passando alla Divergo, fondata nell’occasione da Mario De Luigi e Sergio Lodi, per cui pubblica il idea album “Del carcere” nel 1975, con testi che descrivono la realtà carceraria, con gli arrangiamenti del Maestro Sergio Chiesa. Per la stessa casa, alla quale rimane legato, registra a suo nome il marchio Produzioni d’Essai, che contraddistingue e raccoglie la produzione maggiormente “impegnata” sotto il profilo sociale e politico del periodo. 

Prende parte alla Anteprima e subito dopo, nel 1974, alla prima Rassegna della Canzone d’Autore, organizzata dal Membership Tenco di Sanremo con presidente Amilcare Rambaldi, manifestazione alla quale partecipa ancora nel 1975, nel 1976, e poi nel 1994 dietro personale invito dello stesso Amilcare Rambaldi. La registrazione dal vivo della canzone “Rientro”, eseguita in questa occasione, viene pubblicata nel CD “Roba di Amilcare” dall’etichetta Ala Bianca nel 1999 (già sulla Stratosfera – NDR).

Premio Tenco, 1976

Nel 1976 pubblica ancora un album, “Il castello di maggio”, anche questo con gli arrangiamenti del Maestro Chiesa (l’album è pubblicato sulla Stratosfera – qui – con hyperlink attivo – NDR). In seguito, dopo aver continuato fino alla prima metà degli anni ’80 l’attività dal vivo, spesso con l’aiuto prezioso e amicale del chitarrista Roberto Frizzo, a causa del mutato clima politico e culturale si ritira dal mondo musicale. Continua a scrivere canzoni, anche se non le pubblica.

Gianni Siviero e Roberto Frizzo, 1976

Nel 2019 il Membership Tenco, sotto la direzione artistica di Sergio Sacchi e in collaborazione con Squilibri Editore, gli tributa un doppio CD omaggio di sue canzoni inedite, tratte dai CD-colore pubblicati nel tempo sul suo sito. Il cd-book è intitolato “Io credevo”. Una miriade di cantanti e musicisti appaiono tra i solchi, fra cui Roberto Vecchioni, Edoardo De Angelis, Ernesto Bassignano, Pan Brumisti, Gigliola Cinquetti, Mimmo Locasciulli, Vittorio De Scalzi, Tȇtes de Bois, I due CD vengono aperti e chiusi da quattro brani tratti dagli originari LP interpretati dall’autore stesso. Il cd-book e le 43 canzoni sono commentate da altrettanti dipinti creati da Marco Nereo Rotelli. Nel 2022 esce, sempre per la Squilibri Editore e con la produzione esecutiva di Cose di Amilcare, associazione culturale catalana legata al Membership Tenco, una raccolta di dieci brani inediti di Siviero dal titolo “Olden – Questi Anni”. I brani sono anch’essi tratti dai CD-colore e vengono scelti e interpretati da Olden. 

Gianni Siviero nel 1994

In vesti di scrittore, Siviero ha pubblicato ben 12 saggi, dal 1993 fino advert oggi. L’esordio è stato con “Il salvabile degli anni Settanta”. L’ultimo scritto, pubblicato quest’anno, si intitola “Photesia”. Potrete trovare una interessante intervista a Gianni Siviero, pubblicata sul sito “malinconico blues”, cliccando qui

Conclusa la biografia, passiamo alla sezione musica, dove presenteremo una serie di lavori realizzati da Siviero sia direttamente, a suo nome, sia indirettamente, nella veste di autore e compositore. Tutti gli album di seguito proposti, pur non rappresentando una rarità, in quanto già presenti sul net (in particolare su Youtube), non sono mai stati ristampati né in vinile né males che mai in versione CD. Il viaggio ha inizio.

Gianni Siviero – 1972 – Quantity 1

TRACKLIST: 

Lato A

01. Non hai capito

02. Il momento giusto

03. Il fabbricone

04. Non ha importanza

05. Rientro

Lato B

06. Due rose

07. Sconosciuti

08. Migratrice

09. Fantasia

10. Periferia

Bonus Observe

11. Che faccio qui (lato A, 45 giri, 1973 – versione interpretata da Peppe Voltarelli)

Quantity 1 è il disco di esordio di Gianni Siviero, realizzato nel 1972 e pubblicato dall’etichetta Produttori Associati, gloriosa label che annoverava nella sua scuderia sia musicisti “leggeri (leggasi Alunni del Sole o Johnny sax) sia artisti di spessore (Fabrizio De André, Giorgio Gaslini, Duello madre). Come tutti gli album cantautorali degli anni ’70 è necessario fare uno sforzo per storicizzarli. e calarli nel decennio degli anni ’70. Tutte le 10 tracce sono state scritte dallo stesso Siviero. E fondamentalmente un album intimista, con  episodi velati di tristezza (Il momento giusto – “Io vorrei parlare con la morte mia per poterle dire: vieni fra sei ore” e Fantasia) ed episodi che richiamano la dura quotidianità (Il fabbricone, Migratrice, Periferia). Un richiamo a De André è piuttosto palpabile in “Due rose”, sia per i testi che per le musiche. Non si tratta certamente di un capolavoro: i brani sono ancora acerbi e, purtroppo, caratterizzati da arrangiamenti orchestrali troppo pesanti. La bonus observe “Che faccio qui” , una ballata senza lode né infamia, è il lato A del singolo pubblicato nel 1973 sempre dalla Produttori Associati. Per errore (ma lo abbiamo già scritto) sul lato B finì “Due rose” anziché la prevista “Due grandi occhi scuri”. Preciso che la versione originale di “Che faccio qui” è oggi introvabile (anche sul sito di Siviero è l’unico brano non ascoltabile in streaming), pertanto ho inserito la reinterpretazione di Peppe Voltarelli inclusa nell’album “Io credevo – Le canzoni di Gianni Siviero”. 

Se qualcuno possiede il 45 giri l’originale mi invii i file quanto prima. Sarà un bellissimo regalo estivo.

Gianni Siviero – 1975 – Del Carcere

TRACKLIST:

Lato A

01. All’origine

02. Io vi racconterò

03. Fossano

04. Aspettando il processo

05. Trasferimento

06. Ed io già ti vedo

Lato B

07. Tu che uscirai domani

08. Giancarlo e gli altri

09. Tu che hai sbagliato tutto

10. Non mi scrivere più

11. Madame Giustizia

12. Sono libero

13. Eccellenza

“Del carcere” è un idea album pubblicato nel 1975 dall’etichetta Divergo, con testi ancora una volta scritti dallo stesso  Gianni Siviero, disco coraggioso e fuori dagli schemi, che descrive la realtà carceraria sia sotto il profilo politico (la observe 3, Fossano, è la registrazione dwell della manifestazione dei compagni) sotto quello dei sentimenti. Le realtà si fondono lungo le 13 tracce, per rappresentare una precisa fotografia della lunga e tortuosa stagione di contestazioni e di scontri che che fu il decennio degli anni ’70. Quelli più stagionati, come me, ben se lo ricordano. Musicalmente l’album presenta una netta evoluzione rispetto alla prova precedente. Non sono in grado di fornirvi la line up, ma di certo la presenza di strumenti tradizionali (basso, chitarre, batteria, tastiere, flauto) valorizza i testi e li rende più fluidi e “digeribili”. Ci sarebbe molto da scrivere su questo album. Vi chiederei di porre la massima attenzione sui testi che troverete nel sopracitato sito net del cantautore.

Nel 1976 Gianni incide “Il castello di Maggio“. Ma di questo abbiamo già parlato. Voglio invece chiudere questa retrospettiva  con due lavori collaterali, due associated album, nei quali il cantautore non appare direttamente ma solo in veste di autore e compositore. Si tratta di due dischi interpretati da due diversi personaggi femminili, Dania e Jemima. Entrambi gli album sono stati pubblicati nel 1974 in versione vinile e mai più ristampati. . 

Associated album

Dania – 1974 – Son sempre io la donna

TRACKLIST:

Lato A

01. Prologo – 1:30

02. Un giro di danza – 3:40

03. E l’ho sognato tanto – 2:26

04. Perché amore mio – 1:58

05. Stupore – 2:50

06. Stasera no – 3:45

Lato B

07. Cosa vuoi che ti dica – 3:34

08. So già – 2:35

09. Ricordi di gesso – 3:26

10. Ed eravamo li – 2:37

11. Son sempre io – 2:35

12. Epilogo – 1:37

MUSICISTI:

Andrea Sacchi – chitarra

Marco Ratti – basso

Tullio De Piscopo – batteria

Alberto Leone – oboe

Virgilio Savona – tastiere, arrangiamenti

Dania Colombo, in arte Dania, ha inciso questo solo LP nel corso della sua brevissima carriera musicale dal titolo “Son sempre io la donna”, pubblicato nel 1974 dalla Vedette Data. Non è che le parole si sprechino in rete per parlare di questo album. Qualche stringata informazione la riporta “Rolling Stone” trattando di “Canti di donne in lotta”. Ve le riporto: “È il compositore Gianni Siviero a curare i brani del idea Son sempre io la donna della giovane cantante Dania Colombo, che in precedenza aveva interpretato il tema del movie I cannibali di Liliana Cavani. L’album, arrangiato da Virgilio Savona, comprende una serie di brani di pop sinfonico con testi che si interrogano in maniera costruttiva sulla coppia, rifiutando di prendersi le colpe dell’uomo, affrontando la solitudine, il rapporto con i genitori e la violenza casalinga”.

“Dania, giovane interprete di sorprendenti qualità espressive, presta la sua voce ai vari personaggi con risultati quanto mai convincenti, cogliendo di ciascuno l’anima segreta e le emozioni accennate, sottolineandone il carattere e rimanendo tuttavia, ugualmente, se stessa; una prova eccezionale — per un’interprete al suo debutto discografico — che nella sua duttilissima voce, tremante di commozione, vibrante di dolore o illuminata di felicità, trova il modo di far breccia nella sensibilità dell’ascoltatore: sia che giochi il ruolo della moglie umiliata (“E l’ho sognato tanto”) o della ragazza rassegnata alla parte di oggetto (“So già”), sia che parli per bocca di una madre-che-ha-sbagliato-tutto (“Cosa vuoi che ti dica”) oppure per quella di una donna disperatamente innamorata (“Stupore”). Il viaggio attraverso il continente-donna si snoda lungo ricordi nuovamente vissuti (“Un giro di danza”) e sensazioni mai dimenticate (“Ricordi di gesso”), momenti di struggente tenerezza (“Perché amore mio”), lucida analisi di rapporti decaduti (“Stasera no”) e fiducia nel fiorire di rapporti nuovi (“Ed eravamo lì”); per concludersi in un festoso — pur se venato di sottile amarezza — centone di immagini e sentimenti (“Son sempre io”), che è insieme vittoria e “karma” della femminilità. 

Due brani strumentali, il prologo — con la bambina al pianoforte — e l’epilogo, conferiscono fascino e dimensione di racconto all’album, mentre i moduli pop degli arrangiamenti fanno da giusto contrappunto alla serietà e all’impegno del discorso. Il fatto che l’autore dei brani (testo e musica) sia un uomo, infine, esclude dal discorso stesso il sospetto dell’unilateralità da parte in causa, per tingerlo di autentica partecipazione — e di amore — senza restare confinato nell’omaggio o nel saggio di maniera. Ciò che sarebbe stato, senza dubbio, un altro modo per rigettare la donna sulle sue posizioni di sempre.”  (dal canale You Tube di Jack Beatrici)

Ottima la scelta dei musicisti che accompagnano Dania in questa avventura, advert iniziare dal grande Tullio De Piscopo alla batteria e da Andrea Sacchi alla chitarra.  Il Maestro Virgilio Savona (ancora e sempre lui!) suona le tastiere e cura gli arrangiamenti di tutti i brani. 

Jemima – 1974 – Un nome, un senso

TRACKLIST:

Lato A

01. Esiste chi

02. La mia famiglia

03. Non ho preso il tono

04. E arrivare

05. Poeta compañero

06. Alla finestra

Lato B

07. Peccati d’amore

08. La cintura di castità

09. Quando saremo vecchi

10. Errore giudiziario

11. Se un giorno vuoi

12. Un nome, un senso

Un nome advert ogni uomo

Un nome che è una prigione

Non credi sia meglio avere

Un senso piuttosto che un nome?

Un senso advert ogni azione

Un senso che è una bandiera

Un senso che nessuno comprende

Perché tu non sai dargli un nome

(da “Un nome, un senso”)

“Jemima Zeller (Jemima è una parola di origine ebraica che significa “calorosa” – NDR) è nata e vissuta a Milano, dove ha iniziato giovanissima a dedicarsi alla musica e al teatro, operando nei circuiti alternativi. Per tre anni ha fatto parte di un gruppo folks specializzato in canti politici e di lotta, partecipando a numerosi concerti e recitals e in seguito ha lavorato con numerous compagnie quali “La contemporanea “, “I teatranti “, “Il teatro dell‘Elfo “ in spettacoli d‘avanguardia di teatro inteso non come espressione artistica e culturale “chiusa”, ma come strumento di dialogo e di verifica con il pubblico popolare”. (dal sito “Antiwarsongs / canzoni contro la guerra“). 

Francamente non sono riuscito advert identificare le due canzoni scritte da Mario De Luigi e musicate da Gianni Siviero, ma la sua presenza è palpabile in tutto l’album. Le coincidenze con il precedente disco di Dania non sono poche: lo stesso anno di pubblicazione, i testi che sottolineano la lotta contro ingiustizie e sopraffazioni, e, non ultimo, la scelta di collaborare con una artista donna, dotata anch’essa di una voce molto calda e duttile. Il disco, pubblicato dalla Cetra nel 1974, resta la sua unica prova discografica. Il suo nome apparirà come co-arrangiatrice del brano “In che sere”, incluso nell’album “Letter from Motherland” degli One Extra Language, pubblicato nel 2002. 

L’album, ben curato nelle parti musicali (chitarra acustica e flauto sono onnipresenti), si articola in 12 brani. Peccato che questo gioiellino non sia più stato ristampato nel corso del tempo. 

In conclusione: gli inediti di Gianni Siviero

Gianni Siviero, nel corso della sua lunga carriera  musicale ha registrato numerose canzoni rimaste inedite sui dischi ufficiali. Sono i cosiddetti CD colore, mai pubblicati ufficialmente ma reperibili e ascoltabili in streaming sul suo sito net. Come già per gli album ufficiali, anche le tracce inedite sono corredate dai testi.. La discografia di inediti è decisamente copiosa: sul sito sono presenti ben 35 album. i primi 30 contrassegnati da un diverso colore, gli ultimi 5 dalla numerazione progressiva (Primo, Secondo e così by way of fino al Quinto). Lascio ai più appassionati il piacere di scoprire questo mare magnum che copre un arco temprale che va dal 1958 a pochi anni fa. Un opera ponderosa che ci fa capire quanto sia stata ampia la creatività e la capacità compositiva del nostro artista. 

Termina qui questa lunga retrospettiva sulle prime opere di Gianni Siviero. Credo che da ora in avanti, dopo questo approfondimento, non sarà più possibile collocarlo “ai margini”, bensì’ a pieno titolo  nella sfera dei grandi artisti e compositori contemporanei. Buon ascolto.

LINK Gianni Siviero Quantity 1 (1972)
LINK Gianni Siviero – Del carcere (1975)
LINK Dania – Son sempre io la donna (1974)
LINK Jemima – Un nome, un senso (1974)

Put up by George



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