Olimpiade Milano-Cortina: la politica chiede di valutare different per la pista di bob

L’Ordine del Giorno del Parlamento firmato da Berruto del Pd e da tutto il gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra apre una riflessione sulla spesa di 125 milioni per una struttura che dopo i Giochi verrà scarsamente utilizzata

Il governo è impegnato a “valutare l’opportunità di valutare soluzioni different rispetto alla realizzazione della pista di Bob a Cortina”: lo prevede un ordine del giorno firmato da Mauro Berruto del Pd e tutto il gruppo di Avs (Alleanza Verdi e Sinistra). “Una vittoria del buon senso l’approvazione dell’Odg a prima firma Bonelli e Zanella che cube no alla pista di bob a Cortina per le Olimpiadi – cube Bonelli -, ricordando che per ben due volte, la gara d’appalto per la realizzazione della pista di bob a Cortina è andata deserta. L’ultima si è tenuta il 31 luglio scorso e importanti società hanno declinato l’invito, mettendo in luce le difficoltà sia dal punto di vista della tempistica che economico. Stiamo rischiando di fare una figuraccia globale in vista dell’importante appuntamento olimpico. La pista di Cortina è un errore fin dall’inizio, con costi proibitivi che raggiungono i 125 milioni di euro per una struttura che avrà scarsa utilità post-Olimpiadi”.

Sostenibilità

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“Mi permetto di suggerire di fermarsi finché si è in tempo – cube il deputato Mauro Berruto del Pd -: abbiamo condiviso l’concept che i Giochi di Milano-Cortina siano i più sostenibili di sempre, ebbene allora è evidente che anche in questa direzione bisogna fare una riflessione sul rapporto costi-benefici e non nascondersi dietro l’atmosfera olimpica. Lo dico da torinese che ha vissuto i Giochi 2006, che ebbero una criticità proprio sulla pista di bob costruita a Cesana. Chiedo al Governo di valutare tutte le soluzione different, anche le più fantasiose. Vogliamo Giochi indimenticabili, la legacy deve essere la sostenibilità. Qualche volta si sbaglia a fare valutazioni, semplicemente basta riconoscere un errore e correggere il tiro finché si è in tempo. Se si insiste non ci sono giustificazioni. Serve un soggetto terzo che possa esprimere un parere finale, spero che possa essere proprio questo Parlamento”.

28 settembre – 23:21