Nato a Torino nel 1938 (oggi ha quindi sulle spalle ben 85 primavere) , ancora bambino si trasferisce con la famiglia a Milano dove dalla seconda metà degli anni ’60 inizia a esibirsi in alcuni locali proponendo sue canzoni. Firma un contratto con la casa editrice musicale Musica e Dischi di Mario De Luigi, la quale gli propone in seguito un contratto discografico con la Produttori Associati, che lo fa debuttare con il disco “Gianni Siviero” nel 1972, con gli arrangiamenti del Maestro Nicola Piovani. L’album riceve il Premio della Critica Discografica. L’anno successivo pubblica il 45 giri “Che faccio qui/Due grandi occhi scuri”, sempre per l’etichetta Produttori Associati; il disco in realtà contiene un errore, sul lato B viene registrato il brano “Due rose”, tratto dall’album precedente.
Nel 1974 scrive le canzoni per l’album “Son sempre io la donna” di Dania, con arrangiamenti del Maestro Virgilio Savona, pubblicato dalla Vedette. Anche questo album riceve il Premio della Critica Discografica. Nel 1973 compone la musica di due brani, su testi di Mario De Luigi, incisi dalla cantante Jemima Zeller e contenuti nell’album “Un nome un senso”, anche qui con arrangiamenti del Maestro Virgilio Savona, per l’etichetta Cetra. Dopo l’incisione del 45 giri il suo lavoro viene reputato dalla Produttori Associati di scarso interesse commerciale.
Gianni Siviero con Giorgio Lo Cascio
Cambia quindi casa discografica, passando alla Divergo, fondata nell’occasione da Mario De Luigi e Sergio Lodi, per cui pubblica il concept album “Del carcere” nel 1975, con testi che descrivono la realtà carceraria, con gli arrangiamenti del Maestro Sergio Chiesa. Per la stessa casa, alla quale rimane legato, registra a suo nome il marchio Produzioni d’Essai, che contraddistingue e raccoglie la produzione maggiormente “impegnata” sotto il profilo sociale e politico del periodo.
Prende parte alla Anteprima e subito dopo, nel 1974, alla prima Rassegna della Canzone d’Autore, organizzata dal Club Tenco di Sanremo con presidente Amilcare Rambaldi, manifestazione alla quale partecipa ancora nel 1975, nel 1976, e poi nel 1994 dietro personale invito dello stesso Amilcare Rambaldi. La registrazione dal vivo della canzone “Rientro”, eseguita in questa occasione, viene pubblicata nel CD “Roba di Amilcare” dall’etichetta Ala Bianca nel 1999 (già sulla Stratosfera – NDR).
Premio Tenco, 1976
Gianni Siviero e Roberto Frizzo, 1976
Nel 2019 il Club Tenco, sotto la direzione artistica di Sergio Sacchi e in collaborazione con Squilibri Editore, gli tributa un doppio CD omaggio di sue canzoni inedite, tratte dai CD-colore pubblicati nel tempo sul suo sito. Il cd-book è intitolato “Io credevo”. Una miriade di cantanti e musicisti appaiono tra i solchi, fra cui Roberto Vecchioni, Edoardo De Angelis, Ernesto Bassignano, Pan Brumisti, Gigliola Cinquetti, Mimmo Locasciulli, Vittorio De Scalzi, Tȇtes de Bois, I due CD vengono aperti e chiusi da quattro brani tratti dagli originari LP interpretati dall’autore stesso. Il cd-book e le 43 canzoni sono commentate da altrettanti dipinti creati da Marco Nereo Rotelli. Nel 2022 esce, sempre per la Squilibri Editore e con la produzione esecutiva di Cose di Amilcare, associazione culturale catalana legata al Club Tenco, una raccolta di dieci brani inediti di Siviero dal titolo “Olden – Questi Anni”. I brani sono anch’essi tratti dai CD-colore e vengono scelti e interpretati da Olden.
Gianni Siviero nel 1994
Conclusa la biografia, passiamo alla sezione musica, dove presenteremo una serie di lavori realizzati da Siviero sia direttamente, a suo nome, sia indirettamente, nella veste di autore e compositore. Tutti gli album di seguito proposti, pur non rappresentando una rarità, in quanto già presenti sul web (in particolare su Youtube), non sono mai stati ristampati né in vinile né men che mai in versione CD. Il viaggio ha inizio.
Gianni Siviero – 1972 – Volume 1
TRACKLIST:
Lato A
01. Non hai capito
02. Il momento giusto
03. Il fabbricone
04. Non ha importanza
05. Rientro
Lato B
06. Due rose
07. Sconosciuti
08. Migratrice
09. Fantasia
10. Periferia
Bonus Track
11. Che faccio qui (lato A, 45 giri, 1973)
Volume 1 è il disco di esordio di Gianni Siviero, realizzato nel 1972 e pubblicato dall’etichetta Produttori Associati, gloriosa label che annoverava nella sua scuderia sia musicisti “leggeri (leggasi Alunni del Sole o Johnny sax) sia artisti di spessore (Fabrizio De André, Giorgio Gaslini, Duello madre). Come tutti gli album cantautorali degli anni ’70 è necessario fare uno sforzo per storicizzarli. e calarli nel decennio degli anni ’70. Tutte le 10 tracce sono state scritte dallo stesso Siviero. E fondamentalmente un album intimista, con episodi velati di tristezza (Il momento giusto – “Io vorrei parlare con la morte mia per poterle dire: vieni fra sei ore” e Fantasia) ed episodi che richiamano la dura quotidianità (Il fabbricone, Migratrice, Periferia). Un richiamo a De André è piuttosto palpabile in “Due rose”, sia per i testi che per le musiche. Non si tratta certamente di un capolavoro: i brani sono ancora acerbi e, purtroppo, caratterizzati da arrangiamenti orchestrali troppo pesanti. La bonus track “Che faccio qui” , una ballata senza lode né infamia, è il lato A del singolo pubblicato nel 1973 sempre dalla Produttori Associati. Per errore (ma lo abbiamo già scritto) sul lato B finì “Due rose” anziché la prevista “Due grandi occhi scuri”.
Gianni Siviero – 1975 – Del Carcere
TRACKLIST:
Lato A
01. All’origine
02. Io vi racconterò
03. Fossano
04. Aspettando il processo
05. Trasferimento
06. Ed io già ti vedo
Lato B
07. Tu che uscirai domani
08. Giancarlo e gli altri
09. Tu che hai sbagliato tutto
10. Non mi scrivere più
11. Madame Giustizia
12. Sono libero
13. Eccellenza
“Del carcere” è un concept album pubblicato nel 1975 dall’etichetta Divergo, con testi ancora una volta scritti dallo stesso Gianni Siviero, disco coraggioso e fuori dagli schemi, che descrive la realtà carceraria sia sotto il profilo politico (la track 3, Fossano, è la registrazione live della manifestazione dei compagni) sotto quello dei sentimenti. Le realtà si fondono lungo le 13 tracce, per rappresentare una precisa fotografia della lunga e tortuosa stagione di contestazioni e di scontri che che fu il decennio degli anni ’70. Quelli più stagionati, come me, ben se lo ricordano. Musicalmente l’album presenta una netta evoluzione rispetto alla prova precedente. Non sono in grado di fornirvi la line up, ma di certo la presenza di strumenti tradizionali (basso, chitarre, batteria, tastiere, flauto) valorizza i testi e li rende più fluidi e “digeribili”. Ci sarebbe molto da scrivere su questo album. Vi chiederei di porre la massima attenzione sui testi che troverete nel sopracitato sito web del cantautore.
Nel 1976 Gianni incide “Il castello di Maggio“. Ma di questo abbiamo già parlato. Voglio invece chiudere questa retrospettiva con due lavori collaterali, due related album, nei quali il cantautore non appare direttamente ma solo in veste di autore e compositore. Si tratta di due dischi interpretati da due diversi personaggi femminili, Dania e Jemima. Entrambi gli album sono stati pubblicati nel 1974 in versione vinile e mai più ristampati. .
Related album
Dania – 1974 – Son sempre io la donna
TRACKLIST:
Lato A
01. Prologo – 1:30
02. Un giro di danza – 3:40
03. E l’ho sognato tanto – 2:26
04. Perché amore mio – 1:58
05. Stupore – 2:50
06. Stasera no – 3:45
Lato B
07. Cosa vuoi che ti dica – 3:34
08. So già – 2:35
09. Ricordi di gesso – 3:26
10. Ed eravamo li – 2:37
11. Son sempre io – 2:35
12. Epilogo – 1:37
MUSICISTI:
Andrea Sacchi – chitarra
Marco Ratti – basso
Tullio De Piscopo – batteria
Alberto Leone – oboe
Virgilio Savona – tastiere, arrangiamenti
Dania Colombo, in arte Dania, ha inciso questo solo LP nel corso della sua brevissima carriera musicale dal titolo “Son sempre io la donna”, pubblicato nel 1974 dalla Vedette Records. Non è che le parole si sprechino in rete per parlare di questo album. Qualche stringata informazione la riporta “Rolling Stone” trattando di “Canti di donne in lotta”. Ve le riporto: “È il compositore Gianni Siviero a curare i brani del concept Son sempre io la donna della giovane cantante Dania Colombo, che in precedenza aveva interpretato il tema del film I cannibali di Liliana Cavani. L’album, arrangiato da Virgilio Savona, comprende una serie di brani di pop sinfonico con testi che si interrogano in maniera costruttiva sulla coppia, rifiutando di prendersi le colpe dell’uomo, affrontando la solitudine, il rapporto con i genitori e la violenza casalinga”.
“Dania, giovane interprete di sorprendenti qualità espressive, presta la sua voce ai vari personaggi con risultati quanto mai convincenti, cogliendo di ciascuno l’anima segreta e le emozioni accennate, sottolineandone il carattere e rimanendo tuttavia, ugualmente, se stessa; una prova eccezionale — per un’interprete al suo debutto discografico — che nella sua duttilissima voce, tremante di commozione, vibrante di dolore o illuminata di felicità, trova il modo di far breccia nella sensibilità dell’ascoltatore: sia che giochi il ruolo della moglie umiliata (“E l’ho sognato tanto”) o della ragazza rassegnata alla parte di oggetto (“So già”), sia che parli per bocca di una madre-che-ha-sbagliato-tutto (“Cosa vuoi che ti dica”) oppure per quella di una donna disperatamente innamorata (“Stupore”). Il viaggio attraverso il continente-donna si snoda lungo ricordi nuovamente vissuti (“Un giro di danza”) e sensazioni mai dimenticate (“Ricordi di gesso”), momenti di struggente tenerezza (“Perché amore mio”), lucida analisi di rapporti decaduti (“Stasera no”) e fiducia nel fiorire di rapporti nuovi (“Ed eravamo lì”); per concludersi in un festoso — pur se venato di sottile amarezza — centone di immagini e sentimenti (“Son sempre io”), che è insieme vittoria e “karma” della femminilità.
Due brani strumentali, il prologo — con la bambina al pianoforte — e l’epilogo, conferiscono fascino e dimensione di racconto all’album, mentre i moduli pop degli arrangiamenti fanno da giusto contrappunto alla serietà e all’impegno del discorso. Il fatto che l’autore dei brani (testo e musica) sia un uomo, infine, esclude dal discorso stesso il sospetto dell’unilateralità da parte in causa, per tingerlo di autentica partecipazione — e di amore — senza restare confinato nell’omaggio o nel saggio di maniera. Ciò che sarebbe stato, senza dubbio, un altro modo per rigettare la donna sulle sue posizioni di sempre.” (dal canale You Tube di Jack Beatrici)
Ottima la scelta dei musicisti che accompagnano Dania in questa avventura, ad iniziare dal grande Tullio De Piscopo alla batteria e da Andrea Sacchi alla chitarra. Il Maestro Virgilio Savona (ancora e sempre lui!) suona le tastiere e cura gli arrangiamenti di tutti i brani.
Jemima – 1974 – Un nome, un senso
TRACKLIST:
Lato A
01. Esiste chi
02. La mia famiglia
03. Non ho preso il tono
04. E arrivare
05. Poeta compañero
06. Alla finestra
Lato B
07. Peccati d’amore
08. La cintura di castità
09. Quando saremo vecchi
10. Errore giudiziario
11. Se un giorno vuoi
12. Un nome, un senso
Un nome ad ogni uomo
Un nome che è una prigione
Non credi sia meglio avere
Un senso piuttosto che un nome?
Un senso ad ogni azione
Un senso che è una bandiera
Un senso che nessuno comprende
Perché tu non sai dargli un nome
(da “Un nome, un senso”)
“Jemima Zeller (Jemima è una parola di origine ebraica che significa “calorosa” – NDR) è nata e vissuta a Milano, dove ha iniziato giovanissima a dedicarsi alla musica e al teatro, operando nei circuiti alternativi. Per tre anni ha fatto parte di un gruppo folk specializzato in canti politici e di lotta, partecipando a numerosi concerti e recitals e in seguito ha lavorato con diverse compagnie quali “La contemporanea “, “I teatranti “, “Il teatro dell‘Elfo “ in spettacoli d‘avanguardia di teatro inteso non come espressione artistica e culturale “chiusa”, ma come strumento di dialogo e di verifica con il pubblico popolare”. (dal sito “Antiwarsongs / canzoni contro la guerra“).
Francamente non sono riuscito ad identificare le due canzoni scritte da Mario De Luigi e musicate da Gianni Siviero, ma la sua presenza è palpabile in tutto l’album. Le coincidenze con il precedente disco di Dania non sono poche: lo stesso anno di pubblicazione, i testi che sottolineano la lotta contro ingiustizie e sopraffazioni, e, non ultimo, la scelta di collaborare con una artista donna, dotata anch’essa di una voce molto calda e duttile. Il disco, pubblicato dalla Cetra nel 1974, resta la sua unica prova discografica. Il suo nome apparirà come co-arrangiatrice del brano “In che sere”, incluso nell’album “Letter from Motherland” degli One More Language, pubblicato nel 2002.
L’album, ben curato nelle parti musicali (chitarra acustica e flauto sono onnipresenti), si articola in 12 brani. Peccato che questo gioiellino non sia più stato ristampato nel corso del tempo.
In conclusione: gli inediti di Gianni Siviero
Gianni Siviero, nel corso della sua lunga carriera musicale ha registrato numerose canzoni rimaste inedite sui dischi ufficiali. Sono i cosiddetti CD colore, mai pubblicati ufficialmente ma reperibili e ascoltabili in streaming sul suo sito web. Come già per gli album ufficiali, anche le tracce inedite sono corredate dai testi.. La discografia di inediti è decisamente copiosa: sul sito sono presenti ben 35 album. i primi 30 contrassegnati da un diverso colore, gli ultimi 5 dalla numerazione progressiva (Primo, Secondo e così via fino al Quinto). Lascio ai più appassionati il piacere di scoprire questo mare magnum che copre un arco temprale che va dal 1958 a pochi anni fa. Un opera ponderosa che ci fa capire quanto sia stata ampia la creatività e la capacità compositiva del nostro artista.
Termina qui questa lunga retrospettiva sulle prime opere di Gianni Siviero. Credo che da ora in avanti, dopo questo approfondimento, non sarà più possibile collocarlo “ai margini”, bensì’ a pieno titolo nella sfera dei grandi artisti e compositori contemporanei. Buon ascolto.
Post by George
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