VERSO LA STRATOSFERA: Roberto Donnini – 1992 – Fluxmar (vinyl


 

TRACKLIST:

Lato A

01. Luam – 8:30

02. Iana – 10:00

Lato B

03. Marl – 9:30

04. Ml. Immagina – 10:30

Prefazione by George

Con la pubblicazione di “Fluxmar” sulle pagine della Stratosfera, possiamo dirsi conclusa la breve discografia di Roberto Donnini. Da pochissimo tempo abbiamo avuto il piacere di proporvi i primi due lavori dell’artista, “Tunedless” del 1980 e “Tunedless 2” del 1987. “Fluxmar” vede la luce ben 5 anni dopo la prova precedente, sempre grazie alla Lynx Records, anch’esso – come i precedenti – stampato solo in vinile e a tiratura limitata. Questo post ha una particolarità: è frutto della stretta collaborazione tra il sottoscritto e l’amico Stefano AbulQasim che – come ben sapete – è il creatore e amministratore del blog “SoundScapes”. Stefano, che ci aveva già inviato i file di “Tunedless 2” questa volta ha fatto qualcosa di più: oltre ai file e alle copertine, di comune accordo ha preparato l’ottima recensione del disco che vi riporto qui di seguito. Non accadono di frequente queste collaborazioni trasversali tra “blogger”, ma quando il denominatore comune è la presentazione e la condivisione della buona Musica (quella con la M maiuscola), associate alla stima reciproca, anche questo diventa realtà. Quindi, un enorme grazie a Stefano, con l’auspicio che quello di oggi non resti un episodio isolato. Detto questo, passo a lui la parola.

Recensione by Stefano AbulQasim

I 4 brani che compongono questo disco seguono logiche simili. Come scritto nelle note del disco: “Ciascun esecutore improvvisa ascoltando la traccia del computer ma non gli altri strumenti registrati in piste diverse”. Donnini stesso ha preparato la parte per computer ed è presente al pianoforte in tutti e 4 i pezzi. A lui si affiancano altri sei o sette musicisti, a seconda del brano. Nelle note si dice che: “I musicisti, confinati nella solitudine ipnotica di una identica presenza (il computer), sono posti nella condizione di suonare con per e contro l’insieme degli altri esecutori che si impongono unicamente attraverso la loro assenza”. Il risultato è qualcosa che da un lato richiama certo minimalismo (la celebrata “In C” di Riley, ad esempio, ma anche “On the other ocean” di David Behrman che anch’essa utilizza il dialogo tra solista improvvisatore e computer) e dall’altro lascia spazio alla assoluta libertà dei musicisti che cercano e trovano rotte inaspettate, a volte più riuscite, a volte meno. 

Tra i collaboratori diversi nomi illustri (ed eterogenei), personaggi provenienti dal mondo del jazz e dintorni come Giancarlo Schiaffini (al basso tuba nei brani 1, 3 e 4) o Andrea Centazzo (percussioni nella traccia 4), altri provenienti dall’universo della contemporanea e dall’avanguardia più contaminata come Giancarlo Cardini (piano nei brani 1, 3 e 4) o Marco Dalpane (piano nel secondo brano) e altri ancora le cui radici si trovano nel magma del progressive più coraggioso come Lino Capra Vaccina (percussioni nei brani 2 e 3) o Donella Del Monaco (voce nel brani 2 e 3). Spicca l’ultima traccia per essere l’unica ad avere un testo (“Immagina”, non è chiaro se di Donnini stesso o se improvvisato da Donatella Alamprese che è colei che lo canta).Un disco che si sarebbe splendidamente inserito tra quelli dell’etichetta americana Lovely Records e che respira della stessa aria.

Termina qui il trittico dedicato a Roberto Donnini. Ancora un ringraziamento a Stefano e a voi tutti auguro il consueto buon ascolto.

Post by George – Words & Music by Stefano AbulQasim 



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