- La giornalista è andata a fare un viaggio in Cina col fidanzato e ha visto scene da brividi
- Un gattino che piange in gabbia prima di essere ucciso torna ancora nei suoi incubi notturni
Selvaggia Lucarelli ha raccontato della tremenda esperienza fatta durante il recente viaggio in Cina con il fidanzato Lorenzo Biagiarelli. La 48enne e il compagno 33enne infatti sono stati anche nella città di Guilin e più precisamente nel suo mercato famoso in tutto il mondo. O meglio famigerato. Perché qui vengono venduti animali vivi, tenuti in condizioni terrificanti, tra cui anche cani e gatti.
Selvaggia ha visto i corpi dilaniati dei cani appesi agli uncini dei banchi dei macellai, così come gattini vivi che piangono dalla disperazione aspettando di essere decapitati o spellati vivi. “Me lo sogno ancora la notte”, ha sottolineato, tenendo però a precisare che quello che accade in Cina non è molto diverso da quello che accade tutti i giorni anche in Italia, dietro le porte chiuse degli allevamenti, dove milioni di animali vengono costretti a sopravvivere in modi barbari per poi essere uccisi e finire nei piatti degli italiani.
Condividendo sul social alcune terribili immagini del mercato cinese, Selvaggia ha scritto: “Come vi avevo promesso nelle storie eccomi qui a parlarvi del moist market di Guilin. I moist market -grazie al Coronovirus ormai lo sappiamo- sono i mercati ‘umidi’, ovvero quelli con i pavimenti bagnati in cui si vendono vedure, frutta, carne e animali vivi. Compresi cani, gatti, animali selvatici”.
“Sono mercati che esistono in diversi paesi sia in oriente che in Sud America e in Cina sono controllati direttamente dal governo. Non è difficile comprendere perché siano nati e proliferati: soprattutto nelle zone rurali della Cina il reperimento del cibo dalla wonderful della Rivoluzione culturale period difficile, il commercio di animali selvatici aiutava. Lo stesso valeva per quelli domestici (i gatti li mangiavamo anche noi durante guerre e carestie…)”, ha aggiunto.
“Inoltre gli impianti di refrigerazione non esistevano e gli animali andavano trasportati vivi e comprati per essere consumati al momento. Poi la Sars e il Covid, che sarebbe partito da un moist market a Wuhan. Il resto è storia e neppure passata, visto che la Cina è alle prese con una gigantesca ondata e io infatti mi ritrovo col Covid. Advert oggi in Cina c’è il divieto di commerci di animali selvatici. Dal nostro primo viaggio in Cina molto è cambiato. Per noi sembra una cosa scontata, ma qui parliamo di abitudini radicate e di una cultura millenaria: i cinesi mangiano tutto. Sono i più grandi onnivori del pianeta”, ha continuato.
“Per questo sono anche tra i più capaci al mondo nel campo della gastronomia. Spero aboliscano il consumo di carne di cane e gatto – il gatto che piange me lo sogno la notte – ma dobbiamo andare oltre la nostra empatia selettiva. In Italia macelliamo 700 MILIONI DI ANIMALI L’ANNO. Gasiamo e trituriamo pulcini, spariamo in testa a maiali, agnelli, mucche, decapitiamo polli, tacchini, anatre. Animali che vivono pochi mesi in lager, senza vedere luce. E che possono provocare epidemie, come lì”, ha proseguito.
“Quello che avete visto nel servizio di Report è la prassi, non un’eccezione. Per cui non mi piace quello che ho visto, ma mi piace ancor meno quello che non vedo ed esiste lo stesso. Qui. Nel mio paese. Nel pezzo di mondo che crediamo migliore e invece fa solo le cose in maniera più pulita. Cioè più sporca”, ha concluso.
Selvaggia ormai da qualche mese ha smesso di mangiare carne.
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