Il
regista che ha fatto la tv in Italia
Romolo
Siena
Raffaella
Carrà: «è stato il mio primo regista, quello che mi ha condotto
per mano. Era una persona fantastica, dolcissima, elegante, che mai
faceva pesare la sua posizione».
di
Fabio Buffa
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La
televisione degli anni sessanta e settanta aveva un fascino che
quella degli ultimi vent’anni non ha mai saputo raggiungere. La
tecnologia era decisamente inferiore a quella di oggi, ma la
creatività e il “mestiere” dei mitici creatori della TV di
quell’epoca, ha reso il piccolo schermo il catalizzatore dei
processi di unificazione del nostro paese.
Uno
dei grandi protagonisti di questa metamorfosi sociale e di costume
dell’Italia è stato Romolo Siena. Autore e regista di
popolarissime trasmissioni televisive, ha saputo dare un’impronta
alla televisione che, ancora oggi, regala lo spunto per programmi di
successo. Per chi negli anni settanta era un ragazzino, Romolo Siena
rappresenta un simbolo, che ti induce leggerezza, semplicemente nel
sentirlo citare. Un'icona intramontabile, come le figurine Panini,
gli ovetti Kinder o i giornalini di Paperino. Siena è stato un
pioniere della TV, regista di varietà leggeri ed eleganti, che hanno
fatto la storia della televisione italiana.
Nacque
ad Alessandria 18 aprile del 1923, ma già giovanissimo abbandona le
rive del Tanaro per farsi largo nell’affascinante mondo
dell’informazione: le sue prime esperienze in questo ambito sono le
colonne della Gazzetta dello Sport. La “rosea” gli fa seguire il
Giro d'Italia. Un'esperienza che consente a Siena di viaggiare in
lungo e in largo per il nostro paese, conoscendo usi, abitudini,
pensieri ed idee degli italiani. Poi entra nel mondo della
televisione prima ancora che la stessa entri nelle case degli
italiani. E’ il 1953 e Romolo Siena è tra quegli “artigiani”
che hanno generato la tivvù. E' tra i precursori della televisione
vera e propria, visto che ufficialmente il primo programma della Rai
è del 3 gennaio del 1954.
A
35 anni a Romolo Siena viene data la regia di «Lascia o raddoppia?»,
che rappresentava la versione italica del format francese «Quitte ou
double?». Un successo straordinario! Con Mike Bongiorno che al
sabato incollava milioni di italiani alle sedie, davanti a quello
strano aggeggio, per allora, che era l'apparecchio a valvole.
Romolo
Siena era un fiume in piena di intuizioni comunicative, di sapere e
di sensibilità intellettuale e contribuì a far “esondare” la
televisione nella società italiana influenzando la cultura e le
abitudini della gente.
Firmò
la regia di altre trasmissioni di successo: varie edizioni del
Festival di Sanremo, Canzonissima, Campanile sera. Fu proprio
quest’ultima ad unire i territori dell’Italia visto che metteva
in competizione una località del nord ad una del sud, di fatto dando
vita alla prima grande rivalità campanilistica del piccolo
schermo.
Romolo
Siena costruiva la regia dei programmi con la pazienza di un
certosino ed il mestiere di un artigiano. Lui sapeva che fare
televisione è una disciplina vera e propria e non un moto soggettivo
e arbitrario, senza metodi e tecniche. I programmi diretti da Siena
erano semplici e chiari, con tempi e dinamiche visive gradevoli. Il
nostro regista sapeva far risaltare i protagonisti delle trasmissioni
consentendo l’emergere del meglio del presentatore. La sua
discrezione e la sua eleganza aiutavano gli attori e i protagonisti
delle trasmissioni ad essere indirizzati con l'autorevolezza di chi è
ridondante di intuizioni e di idee efficaci.
E
intanto arriva la fine degli anni sessanta: in televisione si cerca
di sfuggire dal banale per inseguire un nuovo modo di interpretare la
quotidianità. E chi, meglio di Romolo Siena, può fare una tivvù
seguendo questi cambiamenti sociali? E' il regista di «Diamoci del
tu», trasmissione con Caterina Caselli, del così detto “happening
televisivo” «Speciale per voi», condotto da Renzo Arbore, poi
ancora perle volanti nell'etere, con Rita Pavone, Peppino De Filippo
e Adriano Celentano.
Negli
anni settanta la televisione italiana si fa più matura. Non vuole
prendersi troppo sul serio, e si tiene ben lontana dal “nazional
popolare”, tipico del decennio successivo. Sono gli anni in cui
Romolo Siena diventa il regista di «Tante scuse» (1974), con Sandra
Mondaini e Raimondo Vianello, «Ancora tante scuse» (1975), «Noi
No...» (1977), «Io e la Befana» (1978), «Stasera niente di nuovo»
(1981), insomma del meglio del varietà.
Romolo
Siena aveva la capacità di guidare personaggi straordinari che hanno
fatto la storia della della canzone e del cinema (fece il regista di
trasmissioni che annoveravano Yves Montand, Ella Fitzgerald, Anna
Proclemer, Renato Rascel) e personaggi agli esordi ancora timidi e
impacciati, che con la guida di Siena seppero sempre dare il meglio
di sé. Come un giovane Massimo Boldi in «A tutto Gag» (1979), che
comprendeva anche Sydne Rome agli esordi, alla quale Romolo Siena
diede la possibilità di esprimersi con tutta la propria versatilità
artistica. Sempre in «A Tutto gag» “esplose” l'ironia di Simona
Marchini, a cui il nostro regista diede la possibilità di dimostrare
di non essere una ricca signora (la Marchini era figlia di un noto
imprenditore e moglie di un calciatore di serie A) in vena di
capricci e di manie di televisione, bensì un' attrice vera, capace
di interpretare con immensa efficacia le caricature di noi
italiani.
Proprio
in «A tutto gag», Siena incrociò un altro personaggio ironico ed
elegante, purtroppo scomparso alcuni anni fa, parliamo di Daniele
Formica.
Una
passione del regista alessandrino è stata la TV dei ragazzi: negli
anni settanta diresse «Il dirigibile», trasmissione condotta dal
cantante Mal e da Maria Giovanna Elmi, con una connotazione educativa
all’avanguardia.
Romolo
Siena si è spento il 27 maggio 2004: dieci giorni prima gli fu
conferito l'attestato di civica benemerenza dalla città di
Alessandria.